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CIS - LEONARDO DA VINCI - ETS 

ENTE DI PROMOZIONE E STUDI SULLA VITA E LE OPERE 

DI LEONARDO DA VINCI

 

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Nessun effetto è in natura sanza ragione, 

intendi la ragione e non ti bisogna sperienza.”

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SINOSSI

♦-E’ un excursus su molti aspetti di questo splendido e ambito “desiderio”. Dalla sua estrazione alle miniere
italiane, ai titoli e marchi, ai molti volti della lavorazione, la storia, i popoli che lo sfruttarono; l’Università
degli Orefici, il santo Patrono, proverbi ed altro. Come da Indice che segue.
 

♦-E’ un saggio divulgativo espresso in modo semplice e comprensibile per farne conoscere alcuni aspetti
poco noti.
 

♦-Si riportano, di seguito l’Indice e due ipotesi di copertina (la prima è una Medusa d’oro proveniente dai
Musei Vaticani).

 

INDICE
Prefazione
Introduzione
Caratteristiche (nella penultima di copertina o come primo capitolo)
L’oro nativo
L’estrazione dell’oro
Il titolo dell’oro
Titoli e marchi di identificazione dell’oro
La verifica del titolo
La lavorabilità, le leghe e i colori
Le lavorazioni dell’oro

La fusione e la colatura in stampi e a cera persa
La lavorazione al conio
Gli impieghi
Le miniere nel mondo
Le miniere storiche in Italia 
La Storia dell’oro
Gli Etruschi e l’oro
I Fenici e l’oro
I Romani e l’oro
L’oro dei Geto-Daci (Romania
Sant’Eligio, il Patrono degli Orefici
Università e Nobil Collegio degli Orefici Gioiellieri Argentieri
dell’Alma città di Roma
L’oro nella liturgia cristiana
L’oro nella scrittura e nella decorazione dei manoscritti antichi
L’oro del Ticino e la sua ricerca
L’oro oggi
L’oro etico
I lingotti

Le monete
La Zecca dello Stato Italiano
La Scuola dell’Arte della Medaglia
Cosa danneggia gli oggetti d’oro-loro conservazione e pulizia
Miti, leggende, aforismi, detti e proverbi sull’oro
Dizionarietto
Gioielli italiani contemporanei
Come finiscono i nostri gioielli
Postfazione
Elenco delle fotografie
Testi e siti consultati
Ringraziamenti
Dello stesso autore
 

 

 

PREFAZIONE
Il protagonista di questo studio che percorre un lungo viaggio illustrativo sul suo impiego in vari settori sia
tecnici sia artistici, è l’oro.


Sono pagine che accompagnano l’uomo, si racchiudono in capitoli narranti la storia e l’uso di questo particolare metallo producente luce: dall’estrazione dell’oro nativo, alle varie tecniche di lavorazione, fino al valore simbolico, rituale, apotropaico, mistico.


L’intento del lavoro è di valorizzare, promuovere, diffondere la cultura e la conoscenza dei molteplici usi dell’oro: dai mestieri d’arte, testimone l’antica Congregazione degli orefici (ora denominata Università e Nobil Collegio di S. Eligio), all’impiego in campo medico e scientifico, testimoniato dagli innumerevoli reperti archeologici di oggetti atti all’uso, fino alla sua estrazione in modo etico.


Parole poco note come crisografia, argirografia, petula ci introducono nell’arte degli amanuensi e alle loro minuziose e bellissime pagine d’arte. Parole colte dove si evidenzia come l’uso dell’oro sia “un voler trasferire, l’inattaccabilità e l’inalterabilità di questo metallo [. ] ai valori sacri “ in ogni fenomeno legato alla quotidianità religiosa. Dalle vie aurofodine, bacini fluviali della Bassa Gallia (poste tra il Piemonte e la Lombardia) testimonianze di antiche miniere d’oro a cielo aperto, conosciute e sfruttate fin dai tempi dei romani, ai miti legati al prezioso metallo, come il fanciullo-dio, Oro, amante del silenzio (di cui tuttora vige il proverbio, il silenzio è d’oro); allo scarabeo egizio “visto come potente amuleto” che col suo rotolare, ingrandire, seppellire lo sterco divino, era considerato la manifestazione del dio sole Aton, la sfera di oro che perennemente nasce, lievita e tramonta; alla grande medaglistica italiana, che l’Inghilterra omaggia dal 1816 con sterlina coniata dal romano Benedetto Pistrucci: tutto ingloba e chiarisce il trattato di Biffani.


Curiosità, come lo svolgimento nel 2009, a Bessa (una delle più grandi miniere dell’antichità), della trentatreesima edizione dei Campionati del mondo dei cercatori d’oro; l’abilità dei battitori dell’oro in foglia, tecnica ormai in mano all’industria, ma che fino a pochi anni fa sopravviveva, in Europa, in soli due laboratori: uno a Venezia, l’altro a Lisbona, trasmettono un alone di meraviglia.


In ultimo l’autore ci mostra una serie di gioielli dalle evidenti valenze artistiche. Il gioiello contemporaneo assunto a forma artistica, dalla metà del XX secolo a oggi, vive un momento alto. Artisti orafi, cito tra gli altri, Babetto, Franchi, Franzin, Visentin che hanno usato la materia in modo espressivo, libero da schemi, pur rimanendo nella fenomenologia del prodotto orafo.


Argan disse: “Non può darsi valore d’arte ove non vi sia produzione di oggetti”.


Sempre da Argan leggo “ Benché non tutti gli oggetti prodotti da operazione umana abbiano valore d’arte, non esistono classi di oggetti che possano, nella loro totalità, considerarsi artistiche ed altre, nella loro totalità, non artistiche.” L’augurio è di poter rendere dialettico il rapporto materia – tecnica – creatività per arrivare a unire il fare con il pensare e imprimere all’artefatto orafo quella impronta unica che nasce dal valore di chi sa guardare il mondo con gli occhi della fantasia e della poesia.


L’oro è un metallo ricco di valenze: è messaggio, comunicazione, seduzione, memoria collettiva, segno dei tempi. Accompagna da secoli la storia dell’uomo, ne manifesta paure, superstizioni, fanatismo ma, anche amore, misticismo e spiritualità.
 

Fausto Maria Franchi

 

 

POSTFAZIONE

Quale Camerlengo dell’Università e Nobil Collegio degli Orefici Gioiellieri e Argentieri dell’Alma Città di Roma, il più antico sodalizio di Arti e mestieri esistente, fondata nel 1508 con la bolla di Papa Giulio II, che ha sede presso la Chiesa di Sant’Eligio degli Orefici, sono lieto di concludere questa monografia sull’oro. L’Arte orafa, ritenuta Arte minore per lungo tempo è ciò che cerchiamo di divulgare, attraverso convegni, conferenze, corsi di formazione e concorsi per i giovani
organizzati al fine di mantenere in vita un’arte millenaria.


In Marco Biffani ho scoperto un’attenzione coinvolgente per l’argomento, che travalica la sua laurea in scienze geologiche. Essa lo avrebbe inevitabilmente portato a un’impersonale descrizione tecnica se fosse rimasto esclusivamente incentrato su questo poliedrico minerale, ma ha fatto molto di più.


Sono lieto inoltre, di aver contribuito nel periodo in cui ricoprivo la carica di Console Conservatore dell’Archivio Storico, a revisionare il capitolo che riguarda il nostro Sodalizio e ad implementarne altri. Il suo testo ha visto la luce prendendo spunto dagli eventi organizzati dall’Università degli Orefici, che hanno avuto come tema l’oro. Diversi capitoli sono frutto della sua attenta partecipazione a questi eventi come, tra gli altri, la conferenza di Don Manlio Sodi per la presentazione della sua pubblicazione “Aurum est ipsa divinitas” edita anche con lo scopo di devolvere una parte degli utili alla Onlus Alma Salus da lui curata; della Dottoressa Maria Rosa Villani Coordinatrice della Scuola dell’Arte della Medaglia del Poligrafico dello Stato; della Dottoressa Emma Condello Professoressa di Codicologia dell’Università La Sapienza di Roma:
della Dottoressa Maria Rosa Franzin Presidentessa della A.G.C. La prefazione del Maestro Fausto Maria Franchi, socio del Sodalizio è una conferma della validità dell’opera; lo stesso ha presentato all’autore alcuni orefici della celebre Scuola di Padova i quali hanno permesso l’inserimento nella pubblicazione di oltre cinquanta splendide foto delle loro opere; da un suo suggerimento all’autore è scaturita l’idea di mettere a confronto le foto delle più famose creazioni d’oro, da lui prese in diversi musei, con delle realizzazioni contemporanee. Le immagini della pubblicazione sono completate da quelle concesse da altri nostri soci, partecipanti a concorsi e da altri affermati artisti dell’oggi.


Questi sono i presupposti che ci hanno portato a concedere il nostro Patrocinio ad “AURUM (l’oro, una materia affascinante)”, che si aggiunge, ai Patrocini dell’ Ambasciata del Sud Africa, della Scuola dell’arte della medaglia – Poligrafico dello Stato, dell’Istituto Gemmologico Nazionale, dell’Associazione Gioiello Contemporaneo, dell’ADOR Associazione Designers Orafi, del Museo Storico dell’Oro Italiano; questo in riconoscimento del valore di questa monografia che descrive a 360 gradi il metallo che Biffani definisce coreograficamente nell’introduzione: “Quello che ha rappresentato nei millenni una meta, il desiderio di tutti, l’obiettivo del fare, il sogno dell’avere, la tranquillità nell’esistenza, il simbolo del benessere. Quel metallo nobile, unico, che, brilla come il sole, che scalda sensi ed anima, che addormenta le coscienze, che apre tutte le porte, che, da sempre – come simbolo del denaro, quindi della ricchezza - si considera la misura del “valore” di un uomo.
Una sostanza che – per la sua incorruttibilità - ne diviene l’emblema.”
 

Corrado Di Giacomo
Camerlengo

 

 

 

INTRODUZIONE
Questo saggio ha solamente una funzione, quella di far conoscere più approfonditamente l’oro. Il minerale prezioso per eccellenza. Quello che ha rappresentato nei millenni una meta, il desiderio di tutti, l’obiettivo del fare, il sogno dell’avere, la tranquillità nell’esistenza, il simbolo del benessere.


Quel metallo nobile, unico, che, brilla come il sole, che scalda sensi ed anima, che addormenta le coscienze, che apre tutte le porte, che, da sempre – come simbolo del denaro, quindi della ricchezza - si considera la misura del “valore” di un uomo. Di quello che è stato in grado di produrre ed accumulare nella sua esistenza lavorativa, e che, spesso, vuole che venga indossato dalla sua donna, per ingentilirla, ma anche per esibire il “proprio” status.


C’è chi lo ha definito “ un raggio di sole condensato in un metallo” Una sostanza che – per la sua incorruttibilità - ne diviene l’emblema. Citato nei testi sacri di molte religioni e, da sempre, presente, nella chimica, nella fisica, nella tecnica, nel commercio, nella astrologia, nella storia, nella filosofia, nella cultura, nelle leggi, nell’avventura e nei proverbi di tutto il mondo.
Non è un caso che da esso abbia preso il nome la tecnica con cui si lavorano i gioielli: “l’oreficeria”. 

 

 

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